“La Seduzione” è un film praticamente contemporaneo alla celebre trilogia del milieu diretta da Fernando Di Leo, un motivo (tra i tanti) per il quale questa pellicola non ha mai ricevuto le doverose attenzioni. Qui entriamo a gamba tesa dentro un genere di (melo)dramma morboso da leggere in ottica antiborghese, un filone piuttosto sfruttato durante gli anni settanta e oggi ovviamente improponibile qui in Italia, anche solo per via di una serie di tematiche scomode e politicamente scorrette.
La storia è ambientata in Sicilia (Di Leo gira ad Acireale e dintorni) e prende ispirazione dal romanzo “Graziella” di Ercole Patti. Maurice Ronet interpreta Giuseppe, un uomo di mondo che dopo tanto tempo rientra da Parigi nella sua città natia, sospinto soprattutto dal desiderio di rivedere la sua ex fidanzata Caterina (una sempre affascinante Lisa Gastoni). I due riprendono la relazione e il protagonista torna a frequentare la casa di questa donna (ormai vedova da tanti anni), un rapporto però destinato a esplodere per la presenza di un terzo incomodo: si tratta della figlia adolescente di Caterina (Graziella), una ragazzetta vispa e maliziosa capace di sedurre Giuseppe con metodi sempre meno subdoli. Quando la corda si spezza, l’opera prende una piega dolorosa e straziante, l’amara anticamera di un epilogo shock (un finale tanto risolutivo quanto spietato).
Fernando Di Leo indovina tutti i personaggi, persino il simpatico sciupafemmine Alfredo (un Pino Caruso appena reduce da “Malizia”), praticamente un diavolo tentatore ben incastonato nella società siciliana di quel periodo. Lo stesso di può dire di Graziella, una giovane conturbante nel cui ruolo troviamo Jenny Tamburi, preferita all’ultimo momento alla bellezza esagerata di Ornella Muti (la quale probabilmente avrebbe sedotto Giuseppe in un nanosecondo). La regia è ben al di sopra della media e fin dalle battute iniziali del film si respira un’aria da tragedia, un leitmotiv ricorrente nel cinema del regista pugliese: con “La Seduzione” si scivola dunque sempre più in fondo, dentro un imbuto dove confluisce quella falsità borghese impossibile da estirpare. L’erotismo soffuso e questa scandalosa tresca young/adult contribuiscono ad alimentare tali sensazioni, avvalorate per giunta da una serie di dialoghi mai banali sulla disillusione nei rapporti sentimentali.
Anche se “Lolita” (1962) di Stanley Kubrick è dietro l’angolo, Fernando Di Leo rilegge in maniera assolutamente personale uno dei mille aspetti controversi dell’amore, incastonando il tutto all’interno di un’assolata cornice meridionale (dove le contorte dinamiche sociali contribuiscono ad acuire rancori e contrasti). Ecco perché “La Seduzione” è un lavoro importante, una tappa fondamentale per quel cinema peccaminoso la cui scia è stata poi sfruttata a dovere da tanti altri lungometraggi realizzati durante quel decennio (“Il Sapròfita”, “Labbra Di Lurido Blu”, “L’Immoralità” e via dicendo). Prima gli ormoni, poi (in caso) la famiglia.
Paolo Chemnitz
Genere: drammatico sentimentale poliziesco
Cast
Lisa Gastoni: Caterina
Maurice Ronet: Giuseppe Laganà
Jenny Tamburi: Graziella
Antonio Guerra: Mimì
Pino Caruso: Alfredo
Graziella Galvani: Luisa
Barbara Marzano: Rosina
Colonna sonora di Luis Bacalov