L’arca di Noè – Dall’America

Sergio Endrigo

1970

L'Arca di Noè. Testo di Sergio Endrigo Musica di Sergio Endrigo - Luis Bacalov

L’Arca di Noè: testo di Sergio Endrigo, musica di Sergio Endrigo e Luis Bacalov

Dall’America: musica e testo di Sergio Endrigo e Sergio Bardotti arrangiamento di Luis Bacalov

In questo brano dei primi anni Settanta, Sergio Endrigo, rinnovando la migliore tradizione lirica dei trovatori provenzali, affronta con abilità compositiva e freschezza di ispirazione una tematica centrale della modernità: la questione ecologica e ambientale.
Il problema non viene esaminato in una dimensione analitica, fredda e intellettualistica, ma affiora dolcemente dall’impianto metaforico che sorregge il testo.
Sulle orme di Jaufré Rudel e di Garcia Lorca, il poeta Endrigo, modulando con eleganza immagini evocative dense di significato, riesce a delineare un quadro sintetico, efficace e drammaticamente essenziale.
Il motivo ecologico, in senso ampio e, per così dire, universale, onnicomprensivo, trova nella stimolante allegoria proposta da Endrigo un’interessante occasione meditativa.

L’incipit del brano è quanto mai incisivo e non lascia dubbi interpretativi: l’equilibrio organico e naturale è stato infranto, la direzionalità spontanea dei processi ambientali, la loro armoniosa integrazione hanno subito un grave processo degenerativo apparentemente irreversibile e ineluttabile.
Il volo dei gabbiani, simbolo canonico di purezza e di vitalità, risulta contaminato da un elemento patologico che si è infiltrato nell’ordo rerum, alterandolo alla radice. Gli uccelli appaiono “telecomandati”, governati cioè da un principio meccanico del tutto ateleologico e cieco.
Come se non bastasse, la spiaggia è popolata da conchiglie morte, inesistenti, fantasmatiche e il cielo, tradizionale punto di riferimento per gli spostamenti umani, nega al marinaio qualunque possibilità di orientamento e di consapevolezza spazio-temporale. La stella, non a caso, è fatta di acciaio ed è privata della sua luminosità quasi provvidenziale e benevola. L’uomo – il marinaio smarrito ne è la chiara metafora – sembra confuso, mentre i bambini coltivano le loro ultime illusioni, indotte da un cielo azzurro ma indifferente.

L’ordine dei fenomeni, nel delirio di onnipotenza della tecnica, viene inesorabilmente invertito e l’antieroico cavaliere non può che essere annientato da un mostruoso cavallo di latta, quasi un presagio di sconfitta e di fallimento per una civiltà incapace di ritrovare un senso e un’identità ontologica.
La terra e il mare sono ridotti ad una strana e informe polvere bianca e un’intera città, conclude Endrigo, si è perduta nel deserto. Il deserto dell’indifferenza e dell’esasperazione individualistica, forse.

La fatica di essere uomini si condensa, poi, in quella casa vuota che non aspetta più nessuno, perchè ogni appartenenza è preclusa per chi sia stato fagocitato dal buco nero dell’incomunicabilità. L’uomo che qui viene implicitamente tratteggiato non ha più domicilio né patria. Si tratta di un homo viator condannato ad un pellegrinaggio che sembrerebbe riprodurre non tanto il modello agostiniano e dantesco dell’itinerario verso Dio, quanto una sorta di nevrotica coazione a ripetere. Poi, d’un tratto, la svolta. La nave partirà. Ecco la speranza, l’idea ancora indeterminata eppure forte di un recupero, di una palingenesi.

Sarà come l’Arca di Noè, aggiunge Endrigo che, con questa allusione, vuole esprimere un senso di fraternità cosmica che rigenera e che ravviva. E su quell’arca, ultimo baluardo ai bordi dell’abisso, la fantasia del poeta, vede uniti un cane, un gatto e due persone senza nome, “io e te”, ovvero l’io e l’altro da sé, il proprio fratello, i due soggetti attivi della nuova condivisione.
Antonio Valentino
Fonte

Genere: Pop

L'Arca di Noè. Testo di Sergio Endrigo Musica di Sergio Endrigo - Luis Bacalov
L'Arca di Noè. Testo di Sergio Endrigo Musica di Sergio Endrigo - Luis Bacalov

L’arca di Noè

Dall’America

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Discografia Nazionale della Canzone Italiana