Libero

Domenico Modugno

1960

Testo e musica di Franco Migliacci Domenio Modugno

Arrangiamento di Luis Bacalov

2° classificato al festival di Sanremo 1960

Non c’è due senza tre, pronosticavano i giornali alla vigilia di Sanremo 1960. Dopo le vittorie di “Nel blu dipinto di blu” (1958) e “Piove” (1959), Modugno sembrava destinato a sbancare per la terza volta consecutiva il Festival con “Libero”. Il brano è scritto ancora una volta con Migliacci (che l’anno prima non aveva voluto offrire la sua collaborazione con “Piove” per timore di ripetersi), ma non tutti sono d’accordo sulla scelta di presentarlo a Sanremo: la stessa moglie di Modugno, Franca Gandolfi, aveva suggerito a Mimmo di cantare “Io”.
In effetti, più che sulle qualità della canzone, Modugno punta sulle sue esuberanti performances gestuali, sulla sua interpretazione un po’ sopra le righe, sugli espedienti metrico-poetici (“naviga naviga naviga, scivola scivola scivola, col vento va…”). Ma una serie di circostanze gioca a sfavore: la vena trasgressiva e istrionica dell’artista stavolta sembra irritare il pubblico tradizionale (l’immagine della “rondine che non vuol tornare al nido” somiglia troppo a un abbandono del tetto coniugale); una delle trovate di Modugno, che voleva cantare il brano in divisa da carcerato, viene bocciata dalla RAI.
L’Italia si divide così in due fazioni, sapientemente pilotate dalla stampa e dalla televisione: da una parte gli sfegatati sostenitori di Mimmo, dall’altra i tifosi della melodia e di Renato Rascel con la sua “Romantica”, che alla fine vincerà il premio. I cinegiornali dell’epoca siglano la sfida con una battuta: al parcheggio un signore ferma un taxi: “Libero?” e il tassista gli risponde: “No, Romantica!”.
Orlando R.
Fonte

Genere: Pop

Discografia Nazionale della Canzone Italiana