Milano Calibro 9

Regia Fernando Di Leo

1972

Milano Calibro 9. Luis Bacalov Osanna

Luis Bacalov - Osanna

Di Leo tesse una storia impeccabile di antieroi, kairos e kronos, in cui il tempo perfetto della vendetta soccombe al tempo inesorabile del destino: dalla formidabile sequenza iniziale della consegna, con tanto di assassinio di tre corrieri, rimane chiaro che il dado è tratto per tutti sotto quella cupola urbana sporcamente realistica e violenta, pregna di mondi in collisione perenne e fatale.
Una Milano cupa e nebbiosa, dove la città del lusso, le ville e gli uffici ultramoderni appartiene alla nuova criminalità dell’Americano, mentre nel ventre dei bassifondi sopravvive il vecchio padrino di Piazza, don Vincenzo. “Adesso a me nessuno mi viene più a trovare, ma una volta, quando gli ordini li davo io…”: cieco, finito, a prendersi cura di lui è soltanto un altro suo sgherro, Chino voce del coro nella tragedia.
“L’Americano? So che è una brutta bestia. Amici influenti in alto e gente senza scrupoli in basso: mai mettersi contro di lui. E poi è uno pulito, non è mai stato dentro. Sai che cosa vuol dire? Che ha manigliato con commissari, finanza e anche magistrati: sono vent’anni che la fa da padrone. Non ho paura di loro, ma non mi voglio immischiare perché non sarebbe regolare.”
Due metodi e due mentalità diversi e inconciliabili: se Chino dice a Ugo di chiedergli “sempre quello vuoi, ma non chiedermi di infrangere le regole”, per l’Americano, si deve fare agli altri “quello che loro vorrebbero fare a te, ma fallo prima!”. Entrambe dannate, la vecchia mafia finirà per uccidere la nuova (“La chiamano mafia, ma oggi sono bande in lotta e concorrenza fra di loro. La vera mafia non esiste più”), ma al prezzo più alto possibile.
Di Leo denuncia un sistema corrotto dove causa ed effetto si confondono, l’integrità professionale si paga, la pena viene concepita come vendetta (“Adesso si sono messi pure a contestare il carcere: vogliono posti salubri, spaziosi”) e la rivendicazione delle libertà fondamentali e della più basilare giustizia sociale viene spacciata per sovversione e odio di classe (“Mercuri, delinquente si nasce! (…) Ma tu forse forse ce l’hai coi ricchi?”).
Fonte

Genere: giallo

Cast
Gastone Moschin: Ugo Piazza
Barbara Bouchet: Nelly Bordon
Mario Adorf: Rocco Musco
Frank Wolff: commissario di polizia
Luigi Pistilli: vicecommissario Mercuri
Ivo Garrani: Don Vincenzo
Philippe Leroy: Chino
Lionel Stander: l’Americano

Milano Calibro 9. Luis Bacalov Osanna
Milano Calibro 9. Luis Bacalov Osanna
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