A proposito di titoli ed altro
Puente a 6/8 è una scommessa sulle possibilità di amalgama di alcune forme musicali tradizionali provenienti dall’America Latina e dall’Africa. Queste musiche sono assai ricche di accenti ritmici e tutte possono scriversi in notazione occidentale usando come unità di misura il 6/8 oppure il 3/4 o 3/4 + 6/8 a scelta del suonatore. Sul come e sul perché si devono scrivere in un modo o in un altro, c’è ancora chi polemizza, ma per fortuna i pezzi si sono salvati da questo “annegamento di fiume d’inchiostro”. A proposito, non è detto che la scommessa sia stata vinta.
L’”Ebony Concert” fu scritto da Igor Strawinsky per l’orchestra di Woody Herman nell’anno 1945 e inciso subito dopo da questa jazz band (nel ’44 il compositore aveva scritto sempre per jazz band lo “Scherzo alla russa”). Già questo fatto singolare di sincretismo culturale “fa sognare” (“fait rever”). Penso soprattutto a chi in generale ci fa ascoltare musica colta “dal vivo” (a proposito com’è che nessuno suona Gershwin nei concerti? Sarà di cattivo gusto…). Con Giovanni ci siamo divertiti ad effettuare un ripescaggio di certi materiali presenti nell’Ebony Concert che secondo noi sono di matrice popolare nera (blues, marcette ecc.) per ricreare con questo materiale quelli che chiamerei “schemi per variazioni”. Salvo certi appuntamenti fissi, pochi per la verità, il tutto viene di volta in volta improvvisato su questi “schemi per variazioni” secondo la tradizione dell’improvvisazione Jazzistica.
E basta per Ebonysation.
Erdosain è un personaggio ricorrente in certi romanzi di Roberto Arlt, grande scittore argentino. Io volevo chiamare il pezzo “TangArlt”, ma mi è suonato meglio, chissà perché, il finale Sain (più buono di tango?). E’ probabile che in questo pezzo sia musicalmente esplicita l’idea generale che sta alla base di Sincretic 1 (percussione free su e nel ”tango”…?!).
Il “triste” è una forma musicale del folk argentino; il pezzo suonato da noi, nella seconda parte, rimanda a queste musiche “tristi”. In più, i brandelli melodici presenti
nell’introduzione e nel finale si basano su scale musicali di negri, ebrei, indios. Basterà a giustificare Tristies?
Gabo, pezzo che cavalca la negritudine dei Caraibi e del jazz, è anche soprattutto il nomignolo di Gabriel Garcia Marquez (“Cent’anni di solitudine”, “L’autunno del patriarca” ecc.). Gabo è nato nelle terre dove si suonano ballenatos e cumbias, ricordi ossessivi e ricorrenti di Gabo pezzo e di Gabo uomo.
Luis Bacalov
Genere: jazz – tango
Tracce
1 Tangosaìn
2 Tristies
3 Gabo
4 Puente a 6-8
5 Ebonysation