Una Storia Semplice

Regia di Emidio Greco

1991

Una Storia Semplice. Musica di Luis Bacalov

Tratto dall’omonimo romanzo di Leonardo Sciascia.

Dominato dall’intensa interpretazione di Gian Maria Volontè, un professore Franzò “testimone” onnipresente dei mali della sua terra, universalizzati dal regista – come dall’Autore cui si ispira – a mali dell’Italia intera, il film di Emidio Greco è un’opera amara, non senza una venatura di fatalismo, che sembra piuttosto negare che “indagare sulle possibilità che ancora restano alla giustizia”, in un paese nel quale la corruzione si presenta come mal comune, cui nessuno può sfuggire. È tuttavia un film che può scuotere le coscienze e indurre a riflettere sul come mai si annidino in ciascuno di noi le radici maligne di un potenziale profittatore e di un possibile criminale. Viene spontaneo avanzare un’ipotesi presente in sordina nel regista, ma chiaramente esplicitata nelle paginette essenziali di Leonardo Sciascia, di essere cioè “uno costretto a pensare in un universo di non pensanti”; ma anche formulare un proposito salutare, di non essere cioè fra coloro per i quali “non la speranza è l’ultima a morire, ma la morte l’ultima speranza”, come Sciascia e Greco fanno dire con una specie di lucida disperazione al professore Franzò.

La sera della vigilia di S. Giuseppe, l’anziano diplomatico Giorgio Roccella, assente dal paese da molti anni, chiama la polizia di Monterosso perché nella propria villa isolata ha trovato qualcosa di strano. Il brigadiere andrebbe subito, ma il commissario gli dice di aspettare l’indomani, perché la telefonata potrebbe essere uno scherzo, e di non cercare lui comunque, che andrà a passare la festa in campagna. Ma il mattino seguente il brigadiere e un agente trovano nella villa il cadavere del proprietario (ucciso da una Mauser, che è accanto a lui) e col braccio appoggiato su di un foglio, su cui ha scritto: “Ho trovato”. Inoltre i molti magazzini che circondano il cortile sono sprangati con catenacci nuovissimi. Giungono il questore, il colonnello del carabinieri e il commissario, e la prima ipotesi è di un semplice suicidio. Ma il brigadiere è certo invece trattarsi di omicidio, e lo stesso pensa il professor Franzò, vecchio amico del morto, che depone di aver ricevuto una visita dal Roccella, appena giunto in paese, e più tardi una sua telefonata allarmata, in cui comunicava di aver trovato installato nella villa il telefono (a sua insaputa) e di aver rinvenuto un certo quadro di valore, da tempo sparito. Però, essendo in dialisi, Franzò non ha potuto raggiungere subito l’amico che nel frattempo è morto. L’indomani, poiché il treno è fermo nella campagna da lungo tempo, il capotreno chiede ad un rappresentante di medicinali, che passa lì vicino in auto, di andare ad avvertire il capostazione della stazioncina di Monterosso. Ma, poiché il disco resta rosso, il capotreno va personalmente a piedi alla stazione, dove trova il capostazione e il manovale ammazzati. Intanto è giunto anche il procuratore della Repubblica, ex alunno del professor Franzò, che questi ha sempre giudicato un inetto. Il rappresentante di medicinali va poi a deporre che egli ha portato il messaggio a colui che ha creduto il capostazione, ma ha anche visto due uomini che arrotolavano la tela di un quadro. A questo punto il commissario, durante un sopralluogo alla villa, dove ha appena dichiarato di non essere mai stato, trova invece subito un interruttore nascosto. Perciò la mattina dopo spara per uccidere il brigadiere, che però si salva e uccide il superiore. Le autorità decidono di archiviare come incidente la morte del commissario. Ormai tutto è chiaro. Il commissario, evidentemente implicato in attività criminali, aveva ucciso Roccella, presentandosi alla villa in qualità di poliziotto; la “merce” preziosa, che vi veniva conservata, era stata trasportata di notte alla stazioncina, dove c’erano complici, poi uccisi, e il rappresentante non aveva visto i due cadaveri. Ora egli riparte, ma subito riconosce nel viso di un prete della zona, padre Cricco, quello dell’uomo che egli ha creduto il capostazione. Vuol tornare alla polizia, ma poi decide di proseguire il viaggio per evitare guai.
Fonte

Genere: giallo – drammatico

Cast
Gian Maria Volonté: professore Carmelo Franzò
Massimo Dapporto: questore
Ennio Fantastichini: commissario di polizia
Ricky Tognazzi: brigadiere Lepri
Massimo Ghini: rappresentante di medicinali con la Volvo
Paolo Graziosi: colonnello dei Carabinieri
Omero Antonutti: padre Cricco
Gianmarco Tognazzi: figlio del Roccella

Colonna sonora di Luis Bacalov

Una Storia Semplice. Musica di Luis Bacalov
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